di Jonathan Giuntini
Erano gli anni di passaggio tra le elementari e le medie e io ero preso da tutti quei problemi legati al cambio di passo. Al panificio qualcosa bolliva in pentola o più correttamente dovrei dire qualcosa cuoceva in forno, per rimanere sul pezzo.
Mio padre si era immerso totalmente nella creazione di qualcosa di diverso, qualcosa di nuovo che non venisse dalla storia e dall’esperienza di mio nonno al panificio.
Erano gli anni della ricerca di cose elaborate, di gusti nuovi, del pane che perdeva la sua funzione di companatico e per provare ad essere pietanza a sé stante.
Di focacce mio nonno ne aveva fatte, e prima di lui anche gli altri nonni, ma le pietanze friabili e croccanti erano solite nei prodotti dolci, prodotti che solitamente si consumavano la domenica nei giorni di festa; da qui nacque la volontà di provare a fare una schiacciata croccante salata, da consumarsi tutti i giorni.
Ci vollero un po’ di prove per trovare il metodo giusto, trovare la giusta consistenza, ma alla fine siamo arrivati ad una schiacciata a lunga lievitazione, finissima con olio e sale sopra.
A volte impropriamente chiamata carta musica, per via del rumore che fa in bocca, e senza niente togliere agli amici sardi, possiamo dire che la Croccantina del Giuntini è proprio buona.